di redazione [user #116] - pubblicato il 29 marzo 2014 ore 11:00
Per un musicista, curare la propria strumentazione, in ogni dettaglio, è indice di professionalità e maturità. Ma non bisogna esagerare: a fare il suono sono comunque le mani e la testa dell'artista. Ad accanirsi sulle minuzie della strumentazione si rischia di buttare tempo, soldi e passare per ridicoli.
Per un musicista, curare la propria strumentazione, in ogni dettaglio, è indice di professionalità e maturità. Ma non bisogna esagerare: a fare il suono sono comunque le mani e la testa dell'artista. Ad accanirsi sulle minuzie della strumentazione si rischia di buttare tempo, soldi e passare per ridicoli.
Ogni bravo musicista è ben consapevole dell’importanza di oggetti come plettri, corde, bacchette e pelli della batteria, cavi. Sono oggetti più piccoli, apparentemente meno importanti, accessori dello strumento principale. Eppure conoscerli e sceglierli con cura può essere il quid per ottimizzare il proprio playing e la propria strumentazione. A volte però, specie nei musicisti più giovani o meno esperti, la cura di questi “dettagli” diventa esagerata, fino a sconfinare del ridicolo. Si pensa che questi possano colmare lacune che invece devono essere sanate con lo studio, l’esercizio e tanto olio di gomito. E così, s’inizia a suonare meno e spendere sempre di più. Oggi, con il Guru, affrontiamo la fissazione di certi batteristi con le pelli.
Di Marco Vinzoni, il Guru della Batteria sappiamo pochissimo. Originario di Monza, oggi vive nella Repubblica Domenicana. Ha trascorsi come musicista, ha odiato il jazz per una vita ma ora ci si sta appassionando e ha suonato cover dei Duran Duran. Al momento, è il riferimento assoluto per tutti i batteristi del pianeta che lo seguono nel suo corso di Alto Livello.