Tony MacAlpine: otto corde e arpeggi shred a quattro ottave
di redazione [user #116] - pubblicato il 04 dicembre 2012 ore 08:45
Debutta nella nostra didattica Tony MacAlpine chitarrista che assieme a nomi come Malmsteen, Moore, Becker e Gilbert ha contribuito, negli anni '80, a inventare lo shred neoclassico. Oggi più calato nella fusion e nel progressive, in questo primo appuntamento, ci descrive la sua Ibanez a otto corde sulla quale ci suona e spiega disarmanti arpeggi shred!
Tony MacAlpine è un virtuoso assoluto che oltre a una tecnica chitarristica fenomenale, stupisce per la sua preparazione armonica. Musicista di estrazione classica, suona in maniera egregia anche il violino e pianoforte. Negli anni, la sua proposta musicale si è costantemente evoluta, spingendolo a cimentarsi con ottimi risultati anche in contesti fusion e progressive. Lo incontriamo, per il primo di una serie di appuntamenti nei quali ci aiuterà - assieme a Tosin Abasi - a esplorare il mondo della chitarra a otto corde.
Ci racconti la tua otto corde? Com’è accordata? La presenza di una corda in più condiziona il tuo approccio alla ritmica? E viceversa le dimensioni del manico ti mettono in difficoltà dal punto di vista solistico?
Questa chitarra è un’Ibanez a otto corde, accordata in maniera standard ovvero un un F# al basso, come corda più grossa. Quindi sostanzialmente io la vedo come una classica sette corde con l’opzione di una corda in più: un F# al basso appunto.
Suonare questa chitarra non condiziona dal punto di vista tecnico o strutturale il mio approccio alla ritmica. Il vantaggio è semplicemente potersi spingere un’ottava più in basso rispetto a quanto farei con una normale sette corde. Per farti l'esempio più immediato pensa a un giro di power chords che posso proiettare verso il basso...
La corda più bassa mi permettere di rendere gli accordi più pieni e di dar loro più corpo e armonia.
Nel dirlo MacAlpine usa la corda più bassa a vuoto come tonica su una triade di F#m
MacAlpine sottolinea l’accordo di F#m appena suonato con un interessante fraseggio costruito su un arpeggio di F#madd4. La frase ha un forte sapore neo classico stemperato poi dalla quarta B presa in chiusura, che strizza l’occhio a sonorità più fusion…
Dal punto di vista solistico poi non mi sento penalizzato dalle dimensioni del manico, perché fortunatamente ho le mani davvero grandi. Non solo non c’è nulla che suoni con la sei corde che non riesca a riprodurre anche con la otto. Addirittura, con le mani grandi come le mie, quando dalla sei passai alla sette corde trovai maggiore comfort nel suonare su una tastiera più ampia. Ancor di più ora, con la otto...
Ho visto che prendi alcuni dei tuoi lick più pirotecnici e grazie all'ottava corda li estendi ulteriormente...
Esatto, assolutamente! Suono per esempio cose come questa, un arpeggio di Cmaj7, che sviluppo sulle prime due corde e poi posso spingere addirittura più in basso di tre ottave.
Guardiamo al microscopio la costruzione e lo sviluppo di questo arpeggio di Cmaj 7 suonato da MacAlpine. L’arpeggio è composto dalle note di C, E, G, B rispettivamente Tonica, 3, 5 e 7 dell’accordo e viene sviluppato su due corde adiacenti. La prima nota è suonata in tapping ed è il B, preso al 19° tasto sulla corda di E cantino. Seguono,sulla stessa corda, il G e il E e quindi, sulla corda di B, tonica C al 13° tasto e di nuovo la settima B al 12°. Abbiamo per tanto tre note sulla corda più alta e due sulla più bassa.
Lo stesso tipo di pattern è usato molto spesso, identico, da Steve Vai. Con questo tipo di diteggiatura che prevede il solo utilizzo del tapping e del legato, otteniamo un efficace lick, perfetto per essere suonato in ritornellato.
Ora, grazie alla presenza dell’ottava corda, MacAlpine divide la chitarra in quattro set da due corde: F#, B;
E, A; D, G e B e E cantino. Su ciascun set costruisce, identico, l’arpeggio.
Vediamo sul set di corde di D e G.
E quindi sui due set restanti: E, A e F#, B.
Interessante è vedere come per passare da un’ottava all’altra, il chitarrista modifichi la struttura del pattern, omettendo la settima sulla corda più bassa di ogni set. Suona quindi tre note su una corda (Settima in tapping, quinta e terza) e passa sulla corda sovrastante dove suona unicamente la tonica per poi ripartire sul set successivo con lo stesso pattern…
La faccenda diventa assolutamente entusiasmante quando poi MacAlpine somma le due idee in un tortuoso sviluppo virtuosistico. Prima di passare di ottava, su ogni set, suona il lick… pura follia shred!
Merita un’analisi a parte, la deliziosa frase che MacAlpine sgranocchia distrattamente alla fine dell’esecuzione.
C’è una mirabile fusione di tre elementi: una scala di Cmajor sviluppata sulle corde di F#, B, E e A, quindi un passaggio sulla pentatonca di Am sulle corde di D e G e infine un suggestivo arpeggio lidio di Fmaj9add#11/add13, ottenuto dalla somma di un Fmaj7 e una triade di G major…