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Che noia la perfezione
di [user #116] - pubblicato il

Timing. Continuiamo a sviscerare l'argomento avanti e indietro al beat in compagnia dei migliori strumentisti italiani. Massimo Varini, Giacomo Castellano, Lorenzo Feliciati, Gianni Rojatti, Michele Quaini e Gianluca Ferro ci suggeriscono input, ascolti, consigli ed esercizi. Da leggere, stampare e incorniciare sopra all'amplificatore.
Leggi altre considerazioni illustri sul suonare avanti e indietro al beat.
 
Massimo Varini
Leggenda vivente della chitarra. Dalla didattica alla produzione, dai lavori come session man a quelli come solista, Massimo ha sempre segnato standard che sono diventati un riferimento per la scena italiana.
 
Che noia la perfezione
 
La Musica è un’altissima forma di comunicazione... e la voglio qui paragonare alla parola. Quando una persona ci sta dicendo delle cose importanti e magari anche interessanti, noi percepiamo queste cose anche e soprattutto in base alle sue capacità oratorie: se è concitato o frettoloso e quindi magari qualche parola se la mastica, se è lento e con effetto anestetizzante...
Beh penso che dovremmo pensare in questi termini un po’ anche nella musica! Importantissimo il contenuto della nostra parte, ma altrettanto importante come noi disponiamo la nostra esecuzione sul tempo, nei confronti degli altri che stanno suonando con noi.
Queste considerazioni sono trattate anche nel mio manuale "La Chitarra Ritmica Vol. 2".
Vi regalo il pdf della unit in cui parlo di groove: c’è anche il link e il qr code per vedere il video su youtube.
 
 
Giacomo Castellano
Il più completo e raffinato chitarrista rock italiano. Didatta, turnista, solo artist, produttore e video maker nel tempo libero fa pure il metallaro coi Racer Cafè.
 
Che noia la perfezione
 
Ritengo che come prima cosa si debba essere certi che la ritmica su cui o con cui stiamo suonando faccia bene il suo lavoro. Appurato questo, penso che l'ideale sia prima di tutto imparare ad andare a tempo!
La tendenza di un musicista giovane e poco esperto è correre sul tempo, tendere ad accelerare rispetto al beat della ritmica, specialmente prima di un cambio di accordi.
Tale effetto non è sempre negativo: può essere utilizzato da alcuni chitarristi per dare più nervosismo e tiro a una parte. Ammetto però che, secondo me, la chitarra non dovrebbe mai anticipare la ritmica ma è una questione di gusti... Io, se voglio ottenere più nervi aumento il bpm per tutta la band ed, eventualmente, faccio sì che siano basso e batteria a tirare per primi lievemente avanti come intenzione. E poi, ovviamente, a seguire anche la chitarra, ottenendo quindi un sound compatto ma offra la sensazione di denti stretti che si cercava.
Suonare dietro il beat indica la tendenza a ritardare lievemente l'esecuzione della propria parte, in modo di darle più peso. Non è una cosa che si fa sempre e dipende veramente dal contesto e dall'effetto che si vuol ottenere. Non è una regola ferrea ma può essere molto musicale. Un buon esempio è il video che segue.
 
 
Nel brano qui sotto, a 00:40 inizia la strofa. Si faccia attenzione su quanto sia volutamente indietro la chitarra ritmica. E’ ovviamente voluto e in questo brano sta benissimo
 
Gianni Rojatti
Chitarrista del duo sperimentale Dolcetti e dei Racer Cafè è uno dei nomi di riferimento italiani della chitarra moderna e shred.  E' un endorser Ibanez e coordina la Didattica di Accordo.
 
Che noia la perfezione
 
Per fortuna non necessariamente ciò che è formalmente giusto, perfetto nell’armonia delle forme e delle proporzioni risulta migliore.
Pensiamo alla gradevolezza dell'aspetto; le pubblicità nelle riviste o in televisione sono piene di modelli e modelle che rispondono a ogni canone di bellezza: l’altezza, la tonicità delle muscolatura, l’armonia dei lineamenti fino alla perfezione del sorriso e della capigliatura. Con il risultato sconfortante, di far sì che questa perfezione sotterri l unicità di questi modelli e li renda, alla fine, tutti uguali come manichini.
Invece, gli attori o gli artisti che hanno incantato generazioni con il loro aspetto, che sono diventati sex symbol imperituri, ostentavano una bellezza che era lontanissima dalla perfezione. Marilyn Monroe, Al Pacino, Jack Nicholson,  Mick Jagger...
E così è - e deve essere - nella musica e nel portamento del ritmo. Se far suonare una cosa dritta perfetta sul beat fosse una garanzia necessaria e sufficiente per rendere una produzione e una canzone riuscita, basterebbe suonare un accordo e poi copiarlo e incollarlo sulla griglia per tutta la durata del pezzo. Invece è proprio la personalità del musicista che ci conquista quando si manifesta. Ci fa agitare la testa chi tradisce un temperamento inquieto aggredendo in avanti  il beat. E ci fa ondeggiare il culo a tempo, chi rivela un temperamento placido, lasciandosi trainare dal beat e seguendolo leggermente indietro. Elementi che rendono inimitabile e unico il modo di fare musica di una band o di un musicista. Il pulsare frenetico di Sting con i Police, avanti sul tempo, o quella maniera straziante di trascinare la voce in ritardo.  di Simon Le Bon con i Duran Duran erano difetti. Imperfezioni come lo erano il neo che rompeva il pallore vanigliato del viso di Marilyn o, oggi, la morbidezza che avvolge i fianchi di Beyonce.
 
Lorenzo Feliciati
Didatta, session man e artista solista è uno dei più apprezzati e conosciuti bassisti italiani all'estero. Tra le tantissime collaborazioni Pat Mastelotto, Tiromancino, Nicolò Fabi, Collin Edwin.
 
Che noia la perfezione
 
"Come bassista, la prima cosa che mi viene in mente per descrivere il suonare avanti e dietro al beat e' pensare a due persone che camminano alla stessa velocità ma con gambe di lunghezza diversa: a parità di andatura (che sarà il corrispettivo dei bpm) uno dei due farà piu' passi nonostante stiano camminando alla stessa velocita'. In questo modo arriveranno dal punto A al punto B ( le misure, o battute…) nello stesso identico tempo!"
Ovviamente degli ascolti mirati possono contribuire ad affinare certe sensibilità. Per esempio, per i batteristi, suggerisco di ascoltare l'approccio di Chris Dave. Meritevole di un ascolto attento anche il lavoro di Raphael Saadiq e Pino Palladino con D'angelo nell'album  "Voodoo".
 
 
Michele Quaini
Insegnante del CPM di Milano è un apprezzato produttore, session man e turnista. Vero feticista ed esperto del suono, su Accordo è il responsabile di gran parte di tutti i nostri test strumenti.
 
Che noia la perfezione
 
"Il timing e' una delle qualità piu' importanti per distinguere la personalità di un musicista. Suono e timing sono l'anima della musica, altrimenti suoneremmo tutti allo stesso modo un determinato pattern dopo qualche migliaio di ore di pratica. A mio avviso e' importantissimo studiare tanto col metronomo nei primi anni di approccio (serio) allo strumento. Bisogna esercitarsi tanto per esser perfetti sul beat. Solo successivamente ci si può addentrare nel suonare avanti o indietro sul tempo. Non ci sono esercizi sui libri che sono in grado di insegnare questo argomento; io trovo che il metodo migliore sia ascoltare, ascoltare, ascoltare e poi provare, provare e riprovare, chiedendo al proprio corpo di tradurre in timing ciò che la nostra mente percepisce come uno stato d'animo (avanti o indietro che sia). Alcuni musicisti o cantanti hanno un timing che nemmeno dopo anni di pratica si potrebbe sviluppare: beh, quello e' un dono! Ascoltate un brano di Eminem e confrontatelo con uno dei nostri rapper gagliardi... Quali sono le differenze secondo voi a parte il livello della produzione e i testi (che ora non ci interessano)?
Un altro esempio pratico per un chitarrista: studiate un brano dei TOTO (di quelli vecchi) e provate a suonarlo insieme alla track quando ancora c'era Porcaro alla batteria e poi provate a sovrapporvi a un live in cui alla batteria c'é Simon Philips. Due grandi batteristi, con stile e timing completamente differenti...con Jeff vi sembrera' di essere spaparanzati su un bel divano comodo e una birra in mano; con Simon avrete la sensazione di avere un mastino con la frusta dietro di voi, pronto a fustigarvi appena arrivate con un attimo di ritardo!
 
Gianluca Ferro.
Tecnicamente è uno dei chitarristi più moderni ed evoluti della scena internazionale. Endorser ESP è un apprezzato e attivissimo didatta. Presto inizierà un suo ciclo di lezioni su Accordo.
 
Che noia la perfezione
 
In quanto esseri umani tendiamo naturalmente a non seguire un ritmo costante quando suoniamo. La tendenza naturale è quella di lasciarsi influenzare dalle nostre pulsazioni cardiache e dal modo in cui ci sentiamo. Il fatto di avere la capacità di mantenere un ritmo solido, tuttavia, è una delle qualità musicali più apprezzabili. Quando cominciamo a esercitarci con il metronomo dobbiamo allenare la nostra mente ad ampliare la sua "RAM" per far sì che sia in grado di pensare alla parte che dobbiamo suonare e contemporaneamente sia vigile nell'ascoltare il metronomo. Il difetto più naturale è correre sul tempo e suonare in questo modo portare un senso di sgradevole incertezza alla nostra performance, soprattutto se l' anticipo è anche irregolare sul tempo. Questo succede perchè siamo presi da una forma d'ansia, dalla paura di non centrare il beat. E' tuttavia molto importante esercitarsi a suonare sia avanti che dietro il beat. Difficile poi è suonare avanti senza accelerare e suonare indietro senza rallentare! Normalmente, il fatto di suonare indietro regala una sensazione di maggior groove e calore, unito a un senso di spostamento in avanti: l' ascoltatore si aspetta le note sul beat mentre queste arrivano qualche millisicecondo dopo. Phill Rudd, batterista degli AC/DC è religiosissimo nel suonare un filo dietro il beat; molti chitarristi fusion come Greg Howe sono maestri in questa arte. Se il fatto di suonare indietro conferisce maggior groove e feel, non dimentichiamo che per un feeling più selvaggio e aggressivo, perfetto per certi contesti punk rock, è meglio saper suonare anche avanti.
Detto questo è ovvio che la costanza sul tempo è una qualità imprescindibile.
 
E infine, per alleggerire i toni, ricordiamo anche una vecchia "Pillola del Guru" sulla capacità di suonare avanti o indietro sul tempo. La trovate qui. (Clicca)
giacomo castellano gianluca ferro lezioni lorenzo feliciati massimo varini michele quaini
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