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Fago & Migi sulla chitarra di Dolcetti e Racer Cafè
Fago & Migi sulla chitarra di Dolcetti e Racer Cafè
di [user #116] - pubblicato il

Una nuova rubrica. Periodicamente Fago e MiGi, esperti di elettronica e set up, ci racconteranno delle chitarre sulle quali hanno lavorato. Regolazioni, modifiche e migliorie, anche non ortodosse, fatte per valorizzare le peculiarità tecniche del playing dei loro committenti e ottimizzarne le performance.
Il soggetto di questa puntata è la Ibanez RG1670BK Prestige (Limited Edition, Japan, 2011) di Gianni "Jana" Rojatti, equipaggiata con pickup DiMarzio Crunch Lab al ponte e LiquiFire al manico. Come avverrà anche per le prossime puntate, Fago si occuperà dell'intera parte elettrica (schermatura, cablaggi, pickup ecc) e Migi del setup (tasti, action, ponte ecc). Partiamo dalle richieste del proprietario quando ce l’ha consegnata:
 
"Questa è la chitarra che uso con i Dolcetti e, negli ultimi due anni, è stato lo strumento principale che ho utilizzo per registrare parti solistiche (Racer Café, Mario Contarino). Il repertorio dei Dolcetti prevede sonorità high gain e suoni puliti comunque molto processati e compressi.  Uso una muta 9/42 che è perfetta per il mio approccio solistico con molto legato e tapping.
Ho bisogno del massimo comfort esecutivo vista la complessità di gran parte del materiale, quindi action bassa e tastiera tirata e piatta. Tutti i brani però sono in Drop D, accordatura non facile da far convivere con le regolazioni appena descritte. Infine mi serve avere un’escursione ampia e morbida, - sia ascendente che discendente - della leva.
Da ultimo non sono soddisfatto di come lavorano i due humbucker quando li splitto con il push pull che ho fatto istallare."
 
Fago
L'elettronica montata su questa chitarra è indicata al modo di suonare di Jana più di quanto si possa pensare. Il perché è semplice: entrambi i DiMarzio, LiquiFire e Crunch Lab (che sono il più delle volte accomunati a John Petrucci, il quale utilizza sonorità non molto aperte e brillanti), sono stati progettati per lavorare particolarmente bene su mogano (vedi Music Man BFR) e quindi dotati di una EQ piuttosto bilanciata, soprattutto il Crunch Lab. Questo comporta che, montandoli su chitarre con corpo in tiglio come questa, si avrà una risposta estremamente brillante e definita, unita però a una saturazione di base piena e rotonda.
 
Fago & Migi sulla chitarra di Dolcetti e Racer Cafè
 
Le modifiche e migliorie apportate a questo strumento sono state varie partendo innanzitutto dalla sostituzione del potenziometro del volume (unico presente) con Push Pull CTS posizionato al posto del controllo di tono (già rimosso in precedenza in quanto Gianni non lo utilizza). Inizialmente il Push Pull serviva per splittare i due humbucker, ma per la tipologia di suoni che usa Gianni, unita anche al fatto che i due Humbucker in questione non si prestano molto a lavorare splittati per un fattore di alta potenza in uscita del Crunch Lab e per le loro caratteristiche globali di suono, ho preferito quindi utilizzarlo esclusivamente per cambiare tipologia di collegamento delle bobine del solo Crunch Lab da serie a parallelo ottenendo, quindi, una sonorità meno carica e compressa, con alcune caratteristiche di un single coil nella risposta delle alte frequenze e molto più dinamici e sensibili al modo di plettrare le corde.
Il selettore è a sole 3 posizioni: manico - manico+ponte - ponte, proprio per semplicità di utilizzo e perché a Gianni su questa chitarra non interessano suoni "intermedi" ma solo la massima potenza! Ovviamente per questo motivo, oltre all'intralcio di averlo in mezzo mentre si suona, il single coil centrale è stato completamente rimosso dallo strumento. 
Si è proseguito con l'inserimento di un filtro Treble Bleed calibrato sul volume composto da condensatore Orange Drop e resistenza Supreme dedicata, per far si che durante la chiusura non vengano a mancare le alte frequenze e che per buona parte della sua corsa funzioni come il gain dell'amplificatore, ingrossando o sgonfiando la saturazione per passare dalla massima distorsione per i soli ad un crunch bello carico per le ritmiche. 
 
Fago & Migi sulla chitarra di Dolcetti e Racer Cafè
 
E' stata sostituita femmina Jack con una più robusta Switchcraft USA, ed inoltre è stata fatta una schermatura totale dei vani elettrici, rivestita poi con fogli di carbonio conferendo allo strumento un bell'effetto "Racer".
Tutti i cavi sono stati sostituiti e rivestiti con materiali professionali ad alta conduzione e sono state rifatte le masse principali per evitare problemi di loop. Per finire sono stati riprodotti sportelli trasparenti per mostrare anche la bellezza interiore di questa belva! 
 
Fago & Migi sulla chitarra di Dolcetti e Racer Cafè
 
MiGi
Lo strumento è stato innanzitutto misurato così come è arrivato: action al 1°, 12° e ultimo tasto sia su Mi basso che su Mi cantino, curvatura del manico (relief), distanza tra corde e top, centratura delle corde sulla tastiera ecc. Le misure serviranno per ripristinarle esattamente nel setup finale. 
E' stato quindi provato e messo sottosforzo per testare ogni eventuale punto debole, in particolare i tasti e il ponte EdgeZero (ZPS rimosso), giunzione manico/body ecc. Constatato che la chitarra godesse di buona salute, rimaneva da darle una ringiovanita generale. In particolare i tasti, jumbo, si presentavano usurati, con tacche sulla "zona accordi" e spiattellamenti sparsi un po' ovunque. L’altezza di questi, misurata con calibro digitale, variava da un minimo di mm0.65 a un massimo di mm0.90 circa. L’action al 24° tasto era di mm2.2 sul Mi Basso e mm2.1 sul Mi cantino, con un relief pari a zero.
Per prima cosa ho smontato la chitarra fino all'ultima vite. Il ponte è stato smembrato completamente e sottoposto a pulitura ad ultrasuoni, poiché ricoperto di uno spesso strato di morchia ormai incrostata, impossibile da rimuovere a mano, soprattutto negli interstizi impossibili da raggiungere. 
 
Fago & Migi sulla chitarra di Dolcetti e Racer Cafè
 
Nel frattempo il manico è stato svitato dal body e avvitato a un supporto (autocostruito) che mi facilita i lavori e scongiura incidenti al corpo. Ho proceduto quindi ad eseguire una leggera rettifica per scongiurare problemi di irregolarità tra i tasti, e anche per preparare il terreno alla riprofilatura (o "ricoronatura"). Gianni mi ha richiesto una tastiera che fosse il più filante possibile. Ho così optato per un profilo del tasto molto ellittico, il meno semicircolare possibile. Un profilo perfettamente semicircolare aumenta la sensazione di ostacolo, come di un "muretto" da scavalcare per le dita. L'ellisse invece permette di scorrere liberamente senza scatti nè impuntature dei polpastrelli.
Una volta riprofilati e smussati sulle spalle, i tasti sono stati lucidati a specchio. Il tasto lucido permette un feeling morbidissimo nei vibrati e preciso nei bending, oltre a un attacco della nota più definito e nitido. Dopodiché la tastiera è stata arrotondata sui bordi, per agevolare la comodità della mano. Il retro del manico è stato satinato con un mix di carte sabbiate, lana d'acciaio e panni abrasivi, via via più fini, fino a raggiungere un "satin-feel" perfetto e scorrevolissimo. Manico e tastiera, infine, sono stati lavati con alcol per rimuovere ogni impurità. 
 
Fago & Migi sulla chitarra di Dolcetti e Racer Cafè
 
Il ponte è stato riassemblato, premurandomi di lubrificare tutte le parti mobili o in attrito, poi rimontato sul body. Una volta riavvitato il manico al corpo, la chitarra è stata incordata con corde Ernie Ball Super Slinky 2223 in nickel, scalatura 9/42 e accordata in Drop-D come richiesto. La scelta mi è parsa, per così dire, "pericolosa", poiché le corde 9/42 sono già molto, forse troppo morbide in accordatura standard (almeno le tre basse), e in Drop-D rischiano di dare un effetto da spaghetto scotto, quindi frustare sui tasti molto di più di quanto già non facciano. Gianni, tuttavia, è abituato così, quindi mi sono fatto violenza e l'ho incordata come richiesto. 
Ho stiracchiato le corde fin quanto necessario, e data una prima regolata alla curvatura del manico, tramite truss-rod. In realtà Gianni mi ha richiesto un assetto completamente flat, cioè curvatura zero, col manico il più dritto possibile, come un fuso, ed action ovviamente bassissima. E così ho fatto. Già tremavo al solo pensiero: 9/42 in Drop-D su manico full flat... un incubo! E invece devo ammettere che, in fondo, non è niente male, se non si esagera col plettro. Ma questo non deve essere un esempio per voi, non fatelo mai, non date retta a Gianni, è un selvaggio! Anzi, a tal proposito, non prendete esempio nemmeno riguardo le corde lasciate lunghe e spettinate alla paletta: lo faccio solo per Jana!
 
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