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Gus G:
Gus G: "Shred estremo per pentatoniche estreme"
di [user #116] - pubblicato il

Di sicuro la scala pentatonica non è la scala dell’Heavy Metal così come Gus G non è un ragazzo da blues. Ma quando abbiamo chiesto al chitarrista di Ozzy Osbourne di mostrarci come utilizza questa sonorità, ci ha stordito con delle folgoranti applicazioni shred. Vediamole…
Di sicuro la scala pentatonica non è la scala dell’Heavy Metal così come Gus G non è un ragazzo da blues. Ma quando abbiamo chiesto al chitarrista di Ozzy Osbourne di mostrarci come utilizza questa sonorità, ci ha stordito con delle folgoranti applicazioni shred. Vediamole…

La scala pentatonica non trova grosse e rilevanti applicazioni all’interno del fraseggio di Gus G. Il chitarrista ci ha mostrato di avere una conoscenza completa di tutti i cinque box attraverso la tastiera e di utilizzarli, di tanto in tanto, in applicazioni melodiche a due note per corda, con passaggi da un box all’altro.
Ben più entusiasmante è stato l’utilizzo che Gus G fa di questa scala per costruire fraseggi shred  che devono moltissimo al chitarrismo di Paul Gilbert e Greg Howe.
Quella che Gus G ci ha suonato e una breve ed intensa improvvisazione su un box pentatonico di Am sviluppato a tre note per corda e suonato con lo string skipping.
Prima di tutto, isoliamo il box utilizzato dal chitarrista.
La pentatonica di Am è formata dalle note di A, C, D, E, G. Per arrivare alla diteggiatura utilizzata dal chitarrista prendiamo due tradizionali box, a due note per corda, suonati adiacenti.
Di ciascuno, limitiamoci a suonare le note sulle corde di A, G e E. Isoleremo degli scheletri di sei note. Essendo i due box adiacenti osserviamo come su ogni corda la nota più alta di un box sia la stessa della nota più bassa del box successivo.


Sovrapponiamo i due box da sei note (due per corda sul A, G e E ) e otterremo la diteggiatura sulla quale Gus G crea la sua improvvisazione.


Da questa sfuriata shred abbiamo estrapolato in maniera piuttosto fedele tre impegnativi fraseggi shred. 
Il primo fraseggio si limita a scorrazzare in maniera piuttosto lineare tra le tre corde. La difficoltà principale è ovviamente lo stretch della mano sinistra. La pennata è ibrida e contempla tanto legature che pennata alternata. La velocità davvero elevata non deve pregiudicare la scansione ritmica e la pronuncia nella chiarezza. Abbiamo trascritto la frase in sedicesimi ma sperimentiamo anche con altre figure ritmiche.



Per il secondo fraseggio abbiamo invece optato per una scrittura in sestine di sedicesimi più funzionale all’esecuzione di questi pattern di matrice decisamente Gilbertiana. Attenzione alla chiusura che prevede l’utilizzo del tapping. Sulla corda di E cantino prendiamo il C al 20° tasto, anch’esso una nota pentatonica.


L’ultimo lick si concentra proprio sull’utilizzo del tapping. Nel dettaglio si parla di slide tapping ovvero di slittare tra due note adiacenti della pentatonica il C e il D, suonandole in tapping con il medio della destra. Difficilissimo mantenere la pronuncia ritmica costante anche in questo glissato.



Suonando in successione i tre lick otteremo un lunghissimo fraseggio, praticamente identico a quello di Gus G.
Una considerazione finale: sviluppata in questa maniera la scala pentatonica acquista una sonorità estremamente moderna e largha. Può essere piuttosto più funzionale pernsarla come un arpeggio di Am7add4 (A, C, E, G, D). Le note sono le stesse ma, considerata in questo modo, l’utilizzo può essere più mirato a sostituzioni e fraseggi anche di tipo jazz e fusion.

gus g lezioni
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