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Cosa e come studia Marco Sfogli?
Cosa e come studia Marco Sfogli?
di [user #116] - pubblicato il

In una chiacchierata informale, Marco Sfogli ci ha confessato il suo piano diabolico per l'estate: una stagione di studio organizzato al dettaglio. Marco ha condiviso con noi i dettagli del suo piano di studi.
Abbiamo recentemente incontrato Marco Sfogli per parlare della sua collaborazione con Virgil Donati nel nuovissimo album del batterista In This Life. In una chiacchierata informale, Marco ci ha confessato il suo piano diabolico per l'estate. Aspettare che la sua famiglia sia in vacanza e ritagliarsi un sacco di tempo per esercitarsi e studiare chitarra. La cosa ci ha divertito e incuriosito e ci ha offerto il pretesto per un'intervista incentrata sulla sua maniera di studiare, il materiale didattico che ha intenzione di affrontare e qualche buon suggerimento per ottimizzare gli sforzi nella pratica. Consigli di prima mano, da una punta di diamante della chitarra prog metal internazionale, da leggere e mettere in pratica con il massimo della cura.

Su che materiale didattico ti vuoi concentrare? C’è qualche metodo in particolare che vuoi studiare o hai dei concetti, appunti, idee tue da sviluppare?
Innanzitutto vorrei rimettermi in carreggiata dal punto di vista tecnico, e cioè sfruttare le capacità che ho in maniera molto più immediata. Mi sono accorto in questi ultimi tempi di aver immagazzinato molte informazioni, tecniche che prima non utilizzavo, ma di non essermi mai soffermato ad analizzarne la dinamica di esecuzione per cui nel momento in cui sono rilassato riesco senza problemi a eseguire parti anche molto complicate, ma quando mi trovo a improvvisare è come se il mio cervello mi imponesse di evitare categoricamente di utilizzare queste nuove informazioni. Si tratta semplicemente di integrarle nel modo di suonare giornaliero. Ho ricevuto questo DVD didattico di Per Nilsson, caro amico oltre che grande chitarrista, si intitola Scar Guitar. Credo proprio che ne abuserò.

Come organizzi una sessione di studi?
Cerco di ritagliare uno spazio all'interno della giornata da dedicare esclusivamente all'esercizio, un po' come quando si fa palestra. In quello spazio di tempo non deve esistere nient'altro ed è fondamentale la massima concentrazione. Meglio mezz'ora fatta come si deve che ore inutili passate tra un cellulare e una chattata su Facebook. Altro fattore fondamentale è la costanza, studiare anche poco ma tutti i giorni porta molte più soddisfazioni rispetto a uno studio frammentario, magari di uno o due giorni a settimana per ore ed ore.

Quando studi ti eserciti a oltranza o pianifichi il tempo da dedicare ai singoli esercizi?
Proprio per il poco tempo a disposizione cerco di pianificare il tempo da dedicare ai singoli esercizi e al suonare in generale. Se ho uno spazio di un'ora faccio in modo da suddividere lo studio in sessioni da dieci minuti, oppure da cinque minuti se voglio salvare un po' di tempo per suonare ed esercitarmi su delle basi per esempio.

Ogni quanto prendi delle pause?
Dipende molto dal tipo di sforzo coinvolto, ci sono esercizi che tendono a indolenzire la muscolatura più velocemente di altri, in quel caso cerco di prendere delle pause quando sento che le mani cominciano a venir meno. Altrimenti in linea di massima dopo ogni sessione, quindi ogni dieci minuti.

Cosa e come studia Marco Sfogli?

Quando si lavora sodo sulla tecnica si avverte affaticamento delle mani e della muscolatura.
Come distingure il confine tra l’affaticamento sano e quello che può sconfinare in fastidiose complicazioni come una tendinite?

In effetti bisogna fare distinzione tra affaticamento e dolore. L'affaticamento sano è paragonabile a quello che si prova dopo aver fatto un po' di pesi in palestra. Quindi se tutto si limita a un po' di stanchezza all'avambraccio per esempio, oppure un sano dolore alle falangi delle dita è tutto nella norma. Nel momento in cui il dolore interessa polso (quasi sempre della mano sinistra) e gomito allora meglio fermarsi e prendere delle pause molto più ampie. Dopo anni di insegnamento ho imparato a distinguere quali sono i campanelli di allarme, l'importante è sapere che lavorare sul dolore non porta a niente se non a peggiorare la situazione.

Descrivici il tuo kit da studio.
Quando sono a casa mi affido a un click che proviene da ProTools, trovo che sia la maniera più immediata e semplice per studiare. Se sono fuori casa e ho la reale necessità di studiare ho un metronomo sull'iPad che mi aiuta a tenere il tempo. Chitarra rigorosamente Ibanez, per gli ampli a casa mi affido di solito all'Axe FX per evitare di snervare il vicinato anche se di tanto in tanto mi piace dar fuoco alla DV Mark Triple 6 per verificare tutto nel mondo reale. Se ho bisogno di basi sfrutto il catalogo JamTrack Central che è pieno zeppo di basi di qualsiasi tipo, c’è solo l’imbarazzo della scelta.

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